Introduzione

Il libro “Le agavi” racchiude in una sorta di galleria dei ricordi le ultime
poesie di Eugenio Farina.

Per il poeta la famiglia, gli amici, la casa in cui è cresciuto sono i punti di riferimento fondamentali della sua vita, le radici che gli danno sicurezza e forza, a cui si rivolge sempre durante la propria esistenza a cui spesso ritorna con la memoria ed il pensiero che si trasforma inevitabilmente in poesia.

L’ispirazione in cui consiste la suprema originalità di ogni poeta, si rivela attraverso questo tessuto di reminescenza, nell’originalità del tono col quale “la materia”, vorrei dire con un linguaggio amato dai pittori, si annienta.

“passato sempre presente
certezza incertezza del quotidiano”

Si giunge ad un approfondimento della teoria stessa di arte come intima sostanza della poesia.

Il poeta ridà alle frasi ed alle parole un significato sorgivo, un peso ed un suono diverso.

Schiettezza e spontaneità si manifestano nativamente in tutte le sue elegie che ci trasmettono sentimenti e stati d’animo, in modo da coinvolgerci emotivamente, con semplicità ma profonda intensità.

Se da un lato nelle liriche affiora una certa arida polemica contro la vita, dall’altra si contrappone la maestria nel dipingere, con poche ma suggestive pennellate, le persone ed i luoghi più cari.

Eugenio Farina si serve delle parole nel loro duplice significato, denotativo e connotativi, nonché di un certo repertorio di emistichi.

“sorriso che ha attraversato
paludi di lacrime
costellate da sabbie mobili”

“sono profumi
che mi aprono strade ignote
o forse dimenticate”

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