Portavamo i calzoni alla zuava
la penombra della sera
spesso ci coglieva all’improvviso
nel pieno delle nostre imprese eroiche
magiche storie che bisbigliava all’orecchio
nonno Felice
al suo nipotino prediletto
sono andato all’inaugurazione
con la camicia e le maniche rimboccate
senza la giacca
e le bretelle in bella vista abbottonate
fiero lo sguardo
giravo le stanze
vecchio palazzo delle feste
danzavo con Tina sui bei tappeti
oggi rinasci sotto altre vesti
il nuovo regime
ti ha trasformato
tutti nessuno esclusi
hanno ben mangiato
ricordo la sigaretta accesa
le boccate grandi di fumo
quanto disprezzo
nel signorile incedere
nonno Felice dei tempi di Arco
come ricordo quei momenti
e la stoltezza di quelle genti