Chinotto e gazzosa Lurisia

Tornano i buoni sapori d’Italia

Dopo anni ed anni, gli italiani hanno ricominciato a bere… italiano. Sono tornati, infatti, il chinotto e la gazzosa – sapori ormai quasi sconosciuti – e sono tornati grazie a Lurisia. “Ci
sono voluti quattro anni per riuscire a perfezionare il prodotto attraverso una costante ricerca degli ingredienti giusti, del giusto dosaggio, dell’equilibrio ottimale. All’inizio di questa avventura, ci sembrava ragionevole puntare sulla produzione e la vendita di 500.000 bottiglie all’anno, ma già nei primi tre mesi ne abbiamo vendute 250.000…” racconta Alessandro Invernizzi, amministratore delegato di Lurisia – Acque Minerali srl. Quale il motivo del successo? “Il consumatore medio è rappresentato da persone d’età compresa tra i 30 e i 50 anni. Gente che porta con sé su la memoria dei sapori legati all’infanzia. Quando chiamiamo i nostri prodotti il “vero” chinotto e la ”vera” gazzosa non vogliamo assolutamente mettere in discussione la qualità delle bibite simili presenti sul mercato italiano, ma ne voliamo sottolineare la differenza. Il nostro approccio concettuale è completamente diverso: il Chinotto e la Gazzosa Lurisia sono “veri” in quanto non vengono prodotti con l’aggiunta di aromi naturali di sintesi ma utilizzando esclusivamente il vero chinotto di Savona e il vero limone sfusato di Amalfi, due dei più apprezzati Presidi Slow Food” ha continuato Invernizzi. L’utilizzo del Chinotto di Savona in pasticceria risale al 1500, quando un navigatore originario della zona portò dalla Cina questa pianta sempreverde dai frutti di profumo intenso. Nel territorio di Savona, il chinotto ha trovato l’ambiente ideale per la sua coltivazione che, però, ha subìto un forte declino intorno agli anni ’20. Quando, nel 2004, fu fondato il presidio Slow Food, le piante erano solo 28 ma a distanza di pochi anni sono arrivate a 510 unità. Il limone sfusato, invece, nasce sui pendii della Costiera amalfitana. La particolarità che lo rende unico è la forma a “fuso” e la particolare fragranza della sua buccia spessa e colorata. Anch’esso è stato usato in passato nell’arte pasticciera della canditura e, localmente, anche per la produzione di ottime bibite rinfrescanti e dissetanti.

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