Era quella bambina dai capelli lunghi
e neri
che mi ha aperto la porta
piccolo essere sofferto
con uno sguardo infinito
assente
sempre presente
tenero
infinitamente dolce
ma soprattutto giovane
con una indescrivibile voglia di vivere
contrapposta
ai ricordi di ieri
all’educazione forzata
all’amore eterno
quanta dolcezza e stanchezza
sulle tue guance
terreno per lacrime notturne
getto di parole
nel confondersi dell’animo
ora assente
sempre presente
ora estraneo marmoreo
talvolta amante dolcissimo
oggi poeta smarrito
davanti alla maestosità
di ricordi un tempo persi
oggi grazie a te
ritrovati
sotto un diluvio immane
anticamera di una travolgente primavera.