Prigioniero di se stesso
in perenne ricerca
del proprio sole
confuso
turbinio di anime
come mosse da tormenta
nemmeno l’amico cavallo
porta solievo
e tutto intorno
landa deserta
goccia che cade
sempre più lentamente
dentro la botte capiente
mentre la terra trema
ed il sangue
ribolle nelle vene
esplode nella mente
il genio
come pugno nello stomaco
ed il rumore costante
di porte
che non si vogliono aprire
corre il pennello sulla tela
con tratti decisi
irrompe la primavera
nell’apoteosi del colore
che grida al mondo
la sua angoscia
il suo amore