Quanti nomi
nella distesa di lapidi
di bianco marmo
quante storie
sofferenze
passioni
o semplici comparse
di una vita sempre più amara
gestualità monotona
di coloro che affollano da vivi
questo ameno luogo
teatrino di paese
dove ogni giorno
si replica sempre la stessa commedia
nel volgere delle stagioni
la rotazione ordinata dei magnifici colori
qualche volta dozzinali
plastificati
deprimenti nelle composizioni
ma nessuno degli immobili ospiti
emette il benché minimo lamento
tacita intesa
di una violenza
che si sussegue
si ripropone
per arrivare a quel fatidico giorno di
Novembre
dove la fiera è fiera
e il brulicare della gente
la sua condanna etern